AGRUMI

Sono delle piante legnose perenni di elevato interesse alimentare e commerciale (genere Citrus). Il termine "agrume" è dovuto al sapore agro di questi frutti. Gli agrumi hanno foglie sempreverdi, di taglio variabile e per la crescita abbisognano di clima mite, come quello delle zone mediterranee.
Il frutto degli agrumi è chiamato "esperidio", nome che si richiama alla mitologia greca.
Gli agrumi sono ricoperti da una scorza coriacea, rugosa sull’esterno, colorata di giallo o arancione, ricca di ghiandole in cui sono contenuti degli oli essenziali profumati.
La parte più interna, chiamata albedo, è biancastra e spugnosa. Per alcuni agrumi, come il cedro, è questa la parte più utilizzata.
L’endocarpo è diviso in spicchi succosi (da 5 a 12 a seconda della specie), denominati carpelli, rivestiti ognuno da una sottile membrana contenente dei semi sparsi in una polpa costituita da numerose vescicole succose gialle, aranciate o rossastre.

 

Arancia. L’arancio dolce è una pianta sempreverde originaria dell’Asia orientale da cui è arrivata grazie soprattutto ai portoghesi. In Italia si coltiva soprattutto in Sicilia e in Calabria. Per ostacolare lo sviluppo di muffe e funghi, le arance sono spesso trattate superficialmente con sostanze fungicide, come il tiabendazolo e il difenile. Il trattamento effettuato deve essere evidenziato sulla carta che avvolge i frutti o con un marchio sopra ogni frutto trattato. Anche la buccia dell’arancia viene impiegata per estrarre un’essenza a base di limone impiegata nella preparazione di bibite e liquori.
Le arance si possono distinguere in base a vari fattori, quali le caratteristiche della scorza, la presenza o meno dei semi o la consistenza e il colore della polpa.
Per il tipo di scorza dividiamo le arance dette "da tavola", con albedo grosso e di facile sbucciatura, dalle arance "da spremuta", con scorza più sottile e non adatte a essere sbucciate.
In base alla consistenza e al colore della polpa distinguiamo due grandi gruppi: le bionde e le sanguigne.
Le arance bionde sono:
– Belladonna. Frutti di grosse dimensioni, scorza arancione carico, pochissimi semi e sapore molto gradevole; tipicamente calabresi.
– Biondo di spina. Precoci e di abbondante produzione, di forma tondeggiante e grana finissima; sono più indicate a produrre succhi che per il consumo diretto.
– Maltese. Poco conosciuto al Nord ma comunemente coltivato al Sud, dal frutto piccolo, succoso con molti semi.
– Navel. Si intende un gruppo di varietà tra cui la più diffusa è la Washington, coltivata in Sicilia, di maturazione precoce, dal frutto senza semi non adatto a fare spremute.
– Ovale Calabrese. Dal frutto ovale, con buccia arancione chiaro, grana fine, polpa succosa senza semi; è tra le varietà più apprezzate.
– Valencia Late. Una cultivar tardiva che matura fino a luglio, dal frutto medio grande, rotondo, con succo abbondante e leggermente acido.
Le arance sanguigne sono:
– Tarocco. Una delle varietà più apprezzate dal mercato, con frutti grossi e di bell’aspetto, privi di semi, con polpa a grana fine sfumata di rosso. Si distingue in "tarocco dal muso" e "tarocco liscio" a seconda se sia più sviluppato o meno il lobo del peduncolo.
– Moro. Di forma ovale, grossa pezzatura, buccia spessa e polpa di colore rosso, povero di semi.
– Sanguigno. Di piccole dimensioni, con polpa e buccia color rosso brillante, con pochissimi semi.
– Sanguinello. Con frutti medio-grandi, ovali dal peduncolo allungato e scanalato. La buccia è di color giallo paglierino sfumata di rosso, la polpa è di color rosso fragola, senza semi.

Cedro. Il frutto è piuttosto grande (20-30 cm), ovoidale o tondeggiante, con una scorza molto spessa, rugosa di colore giallo pallido. La polpa è poco sviluppata, simile a quella del limone ma di sapore meno acido. La parte del frutto più utilizzata è la buccia, indicata per preparare canditi o per l’estrazione dell’olio essenziale che aromatizza sciroppi e bibite.

Kumquat. E’ un piccolo frutto non più grande di un’oliva, dalla scorza dolce e spugnosa, di colore arancio intenso, e polpa acidula e dolciastra. Si consuma fresco con la buccia, oppure viene adoperato per fare canditi, gelatine, marmellate e conserve sotto spirito.

Limetta o lime. E’ un agrume originario dell’India, di forma sferica, di colore giallo-verdastro, con polpa succosa e fortemente acidula. Ne esistono due varietà: una per canditi, di sapore molto agro, e la seconda più dolciastra usata in gastronomia.

Limone. Di origine cinese, il limone è come l’arancio uno degli agrumi più coltivati nell’Italia meridionale. Ha una vegetazione quasi continua, pertanto la maturazione dei frutti avviene in ogni stagione dell’anno. Il frutto possiede dimensioni variabili (dal perettino, piccolo e consistente, al testa di Turco, con frutti grandi quanto il capo di un uomo), una scorza di colore giallo chiaro, ricca di limonene. La polpa è piuttosto acidula per l’abbondante ricchezza in acido citrico. I limoni sono di solito raccolti prima della maturazione completa e possono essere conservati anche per 4-6 mesi.

Mandarino. Originario dell’Asia, questo agrume è arrivato da noi nel 1828 dalle colonizzazioni portoghesi. La pianta del mandarino è più piccola di quella dell’arancio e i frutti si presentano schiacciati sui lobi, con buccia sottile e profumata e albedo quasi inesistente. L’interno del mandarino è diviso in 8-15 spicchi, succosi e ricchi di semi, racchiusi da una spessa membrana. L’Italia meridionale ha una forte produzione di mandarini.

Mandarancio e clementine. Sono i frutti ottenuti dall’incrocio tra il mandarino e, rispettivamente, l’arancio dolce e quello amaro. La selezione botanica fu fatta da un frate algerino, padre Clemente da Orano. Spesso i due nomi vengono usati indifferentemente per indicare il mandarancio, caratterizzato dall’avere una buccia simile all’arancio e dimensione e forma che ricorda il mandarino. E’ privo di semi e questo fatto lo rende particolarmente gradito dai consumatori. Non si presta molto a lunghi periodi di conservazione.

Pompelmo. Costituisce il frutto più grosso di tutti gli agrumi. Il pompelmo nacque nel diciottesimo secolo nelle Indie occidentali da un incrocio tra l’arancio e il "pummelo", un agrume di grosse dimensioni scoperto qualche decennio prima. Si coltiva soprattutto in Israele, Sud Africa, Florida e Texas. L’esperidio che si presenta a grappoli sull’albero (da cui "grapefruit" in americano) ha forma sferica un po’ depressa e scorza liscia di colore giallo pallido o giallo rosata, secondo la varietà. La polpa ha sapore dolce-acidulo tendente all’amaro.