SELVAGGINA

 

Fagiano. Insieme alla quaglia possiede la carne più tenera e digeribile di tutta la selvaggina. Le carni della femmina sono più pregiate di quelle del maschio. Gli esemplari più giovani sono ovviamente più apprezzati per la loro tenerezza e prelibatezza. I fagiani di montagna o di bosco forniscono carni più saporite di quelli di pianura, in quanto la loro alimentazione solitamente è più varia e aromatica. Molti dei fagiani in commercio provengono da allevamenti appositi e si può così acquistarli già puliti e frollati in negozi specializzati.

Pernice. Ne esistono diverse specie e le principali sono: la pernice grigia, la pernice rossa e la starna. Per il sapore delle sue carni la pernice grigia è la più apprezzata dai buongustai. Gli animali più giovani forniscono le carni più tenere e digeribili.

Quaglia. Gli esemplari selvatici sono ormai una rarità e le quaglie in commercio provengono tutte da allevamenti specializzati. Le sue carni sono bianche, tenere e digeribili ma non eccessivamente saporite. Non ha bisogno di frollatura.
Beccaccia e beccaccino. Sono uccelli migratori riconoscibili dal tipico becco allungato. Passano in Italia due volte all'anno, in autunno e in febbraio-marzo. Nel primo passaggio hanno le carni migliori, più saporite e tenere. Generalmente si cuociono con dentro le proprie interiora.
Lepre. È la selvaggina a pelo più consumata. Le sue carni differiscono a seconda dell'età dell'animale catturato. Gli esemplari migliori sono quelli che non superano l'anno poiché si possono cuocere arrosto; oltre i 2 anni la lepre ha bisogno di frollatura e di marinatura per poter essere cucinata.

Cinghiale. Tipica selvaggina dell'Italia centrale e insulare, questo mammifero viene cacciato anche per limitarne la proliferazione, poiché è anche di enorme danno alle colture agricole. La carne migliore è quella degli esemplari giovani (entro i 2 anni di età). Il cinghiale adulto, come la lepre, va frollato, marinato e cotto a lungo.