CROSTACEI

 

Macruri

Aragosta. Si caratterizza per la presenza di un grosso carapace spinoso di colore rosso-violaceo, che diventa rosso dopo la cottura, e per due lunghissime antenne frontali. Si consuma esclusivamente la coda per lo più lessata, che si deve incurvare dopo la cottura; la coda distesa è un segno di non freschezza dell’animale, che non va quindi consumato. La sua carne è asciutta e saporita.

Astaco o astice. È il più grosso crostaceo mediterraneo. Possiede un carapace liscio, color viola scuro che diventa rosso con la cottura. Si riconosce anche per la presenza di due robuste tenaglie (chele) che generalmente vanno legate dopo la cattura. La carne è di un colore bianco candido.

Gambero di mare. Ne esistono diverse varietà che si distinguono per lo più dalla forma e dal colore della corazza: il gambero rosa è il comune gamberetto; il gambero rosso ha un carapace colorato di un bel rosso vivo con due lunghe antenne; la mazzancolla, un tipo di gambero di dimensioni maggiori, ha carapace rosso-rosato striato verticalmente.

Scampo. È un crostaceo lungo un ventina di centimetri che presenta un carapace colorato di rosa, con due chele molto lunghe. Si consuma solo la coda che possiede un sapore molto delicato.

 

Brachiuri

Grancevola o granseola. Grosso granchio con una durissima corazza giallo-rosata, tipico del Mar Mediterraneo. La polpa è bianca e saporita e può essere opportunamente lavorata e venduta arrotolata in bastoncini sottovuoto (polpa di granchio).

Granciporro. Grosso brachiuro dal carapace bruno scuro che diventa rosso dopo la cottura. È munito di due robuste chele che lo rendono a volte pericoloso se maneggiato incautamente.

Stomatopodi

Pannocchia o canocchia o cicala di mare. È il rappresentante maggiore di questo gruppo. Solitamente non supera i 20-25 cm di lunghezza presentando un carapace madreperlaceo sfumato sul rosa, con due vistose macchie nero-violacee alla base dell’ultimo segmento dell’addome. La cicala di mare possiede due appendici ripiegate molto appuntite e taglienti con cui afferra le prede. Vive sui fondali sabbiosi dei nostri mari e si consuma generalmente in zuppa (caciucco) oppure lessata.